Etiopia del Nord in 7 giorni

2019-02-07_07-23-07_109Nel 2017 un documentario fotografico sul nord dell’Etiopia mi aveva rubato l’anima e gli occhi e io già mi immaginavo dentro quelle immagini incorniciate.

Due anni dopo eccomi qui.

L’Etiopia, incastonata nel Corno D’Africa e culla delle civiltà (qui infatti fu trovato il primo ominide, Lucy), per molti anni è stato un Paese tenuto in disparte dal turismo.

Ancora oggi è lontana dai viaggi di massa ma pian piano si sta aprendo sempre di più e si sta facendo conoscere.

Questo suo riscatto, questa sua rinascita, si vede in ogni kilometro percorso, è un cantiere a cielo aperto. Ovunque infatti noterete che si costruiscono strade, palazzi o vere e proprie città. Tutto è uno scavo, è tutta un’impalcatura.

C’è poi tanta gente, la maggior parte della quale cammina sui cigli della strada. Anche nel posto più isolato dove non penseresti mai di incontrare anima viva, incontri persone che si spostano a piedi tra un villaggio e l’altro, per lavoro, per esigenze o per studio. Vediamo quindi in contrapposizione due contraddizioni: da una parte lo sviluppo imminente dato dai lavori in corso, e dall’altra un popolo ancora troppo povero per permettersi una macchina.

Nel corso del viaggio abbiamo parlato tanto con molte persone, sopratutto con i bambini, che rappresentano la maggioranza della popolazione. Anche qui ritorniamo sullo stesso punto; nonostante un visibile miglioramento delle condizioni di vita, della scolarità e delle cure mediche, l’Etiopia ha ancora una piaga che la contraddistingue ricollocandola pur sempre in un paese del terzo mondo: l’alta mortalità. Infatti l’aspettativa di vita si aggira intorno ai 65 anni, ben 20 anni in meno rispetto all’Italia. Per questo è difficile incontrare persone anziane. La natività poi è elevatissima.

Ma è dalle nuove generazioni che parte il futuro di questa terra che si sta valorizzando e sta acquisendo la libertà di crescere e affermarsi.

Il nostro viaggio inizia da Gondar una cittadina del nord vicino al lago Tana.

1° TAPPA | GONDAR – MONTI SEMIEN

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Limalimo Lodge

Definita la Camelot Africana, Gondar è una cittadina fondata tra il XVI/XVII secolo, ottima base per visitare il lago Tana e i Monti Semien.

Dopo una breve visita tra mercato, castelli e chiese ci dirigiamo nel primissimo pomeriggio verso il Parco Nazionale dei Monti Semien (attenzione, il Parco Nazionale chiude alle 17:30).

DOVE DORMIRE

Noi abbiamo soggiornato, per guadagnare tempo, nel primo albergo descritto sotto, l’unico che si trova proprio nel Parco Nazionale a due ore e mezza da Gondar.

Simiens Lodge: con i suoi 3260m è considerato l’hotel più alto del Paese. Offre camere semplici e caratteristiche nelle tradizionali strutture cilindriche di terra cruda e mattoni che ritroviamo nella maggior parte dei lodge del Paese.

Limalimo Lodge: uno dei migliori alberghi mai visti, uno stile elegante che si incastona perfettamente nella magica vista sui monti Semien.

Lodge du Chateux: se invece volete restare a Gondar, questo albergo in centro città è un ottimo punto di partenza per esplorare il Parco Nazionale.

2° TAPPA | MONTI SEMIEN – AKSUM

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Gelada

Trascorriamo il secondo giorno passeggiando un paio d’ore all’interno del Parco alla ricerca dei gelada (babbuini tipici della zona). Siamo fortunati e dopo breve incontriamo un intero “branco” che si riposa al sole.

Poco prima di pranzo ci mettiamo in macchina, direzione Aksum, passando dalla panoramica “strada degli Italiani”.

4 ore di macchina volano, ammirando i fantastici panorami che si palesano dopo ogni curva. In serata arriviamo ad Aksum.

3° TAPPA| AKSUM – WUKRO

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Le Steli dalla piazza principale

Aksum è una città ricca di mistero, qui si dice che sia nascosta l’arca dell’Alleanza e che qui sia nata la Regina di Saba.

COSA VEDERE

La cosa più importante da vedere a Aksum sono le famose Steli che potete ammirare direttamente dalla piazza principale senza entrare nel sito. Noi trascorriamo in questa tranquilla cittadina solo una mattinata, quanto basta per vedere le attrattive principali.

DOVE MANGIARE

AB Cultural Restaurant: un ristorante tradizionale davvero ottimo, e se siete fortunati come noi potreste imbattervi nei festeggiamenti di un matrimonio etiope.

Koda: un chioschetto per fare delle ottime colazioni. I frullati con frutta fresca si devono provare per forza!

DOVE DORMIRE

Nonostante Aksum sia abbastanza turistica, non gode di grandi strutture ricettive. Noi abbiamo soggiornato in una pensioncina pulita ed economica: Hotel Delina.

Ci dirigiamo in tarda mattinata verso Wukro per vedere le chiese rupestri.

3° TAPPA| AKSUM – WUKRO

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Sacerdote di Abuna Yemata Guh

Wukro è un villaggio nella regione del Tigrai, forse una delle più belle in Etiopia, e può essere un ottimo campo base per la visita di questa regione.

COSA VEDERE

Le chiese rupestri sono chiese scavate nella roccia; si dividono in 5 gruppi principali: Gheralta, Wukro, Takatisfi, Atsbi, Tembien.

Non ci sono documenti storici sulla loro origine ma gli esperti dicono che risalgano a un periodo che va dal V al XV secolo. Le più affascinanti si nascondono sul crinale di una montagna e servono nervi saldi per raggiungerle, ma lo spettacolo che vi si presenterà appagherà tutte le vostre ansie.

DOVE DORMIRE

Wukro lodge: di recente costruzione, è un lodge tradizionale abbastanza grande con camere belle e confortevoli. Il cibo è sempre fresco e proviene dall’orto. Il proprietario è gentile e parla bene italiano, sempre disponibile per qualsiasi esigenza. Ci siamo trovate molto bene anche con le guide che ci ha proposto.

COSA VEDERE

Le Chiese rupestri sono la cosa più bella che potete vedere in Etiopia, almeno per me.

Più è difficile arrivarci più grande sarà l’emozione.

Noi siamo riusciti a visitarne tante in due giorni. La fatica però si è fatta sentire.

Nessuna di queste è raggiungibile con i mezzi pubblici. Consiglio di andare con una guida esperta che, oltre a guidarvi, patteggerà con il sacerdote-guardiano e gli abitanti vicini che non gradiscono molto le visite dei turisti stranieri. Infatti queste chiese sono ancora attive e svolgono regolarmente funzioni religiose, quindi potreste disturbare.

La nostra lista:

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Interno chiesa rupestre

Gruppo Gheralta

Abuna Yemata Guh: una delle più belle in assoluto ma anche l’esperienza più terrificante e adrenalinica della mia vita.

Maryam Korkor e Daniel korkor: due chiese vicine, alle quali si arriva dopo una lunga passeggiata abbastanza vertiginosa.

Dugem Selassie: dopo le prime tre arrivare qui sarà un gioco da ragazzi.

Gruppo di Wukro

Abrah We Atsbeha: bellissima e coloratissima, si erge su una collinetta. Facile accesso.

Gruppo di Takatisfi

Petros We Paulos: emozionante. Questa è stata la prima chiesta rupestre che abbiamo visitato e mi sembrava difficile. Non sapevo che cosa mi sarebbe aspettato… ma ne è valsa la pena.

Mikael Milhaizengi: minuscola chiesa. Nota per la cupola che è ritenuta dalla gente l’impronta di Dio.

Gruppo di Atsbi

Mikael Debre Selam: una chiesa dentro una chiesa, moderno e antico a contrasto. Facile accesso.

Abba Yohanni: su una parete rocciosa, si raggiunge tramite un rapido ma articolato sentiero.

Nota bene: il tutto si affronta a piedi scalzi!

4° TAPPA|  WUKRO – DALLOL

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Depressione della Dancalia

È una tappa complicata che più volte nel corso del viaggio avevamo ipotizzato di saltare perché di difficile accesso. Incastrando un giorno con un altro siamo riusciti a inserirla. Di solito l’arrivo alla depressione della Dancalia (Dallol) è l’ultima tappa di un trekking lungo 3 giorni che prevede anche escursioni sul vulcano. Noi, non avendo tempo, siamo arrivati direttamente lì partendo all’alba su un fuoristrada da Wukro.

È un posto complesso e non solo geograficamente. Andate solo con guide qualificate e che siano già state in zone del genere. È un luogo poco sicuro, in perenne stato di conflitto, pertanto bisogna andare con le dovute precauzioni.

Dopo circa 4 ore di macchina, ci fermiamo nel primo centro abitato nei pressi di Dallol, ingresso della depressione. La popolazione di questa zona, gli Afar, sono un popolo nomade dedito alla pastorizia e all’estrazione di sale con cui approcciarsi con cautela.

Dopo una pausa caffè (rito etiope) ci mettiamo in marcia. La nostra guida, anche se esperta, non basta e insieme a noi salgono due ragazzi per “scortarci” all’interno di questo paesaggio lunare.

Percorriamo un deserto di terra e sale. Non si vede nulla per chilometri fino a quando non iniziamo a intravvedere i primi colori.

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Dettaglio Depressione della Dancalia

Ci fermiamo con la macchina e la vera avventura inizia. Sotto di noi inizia a manifestarsi quello che doveva essere la barriera corallina del Mar Rosso, ormai pietrificata e cristallizzata. Posso dire che abbiamo camminato sul fondo del mare.

Siamo a 100 metri sotto il livello del mare, in una delle zone più inospitali della Terra, con 50° e aria acida.

Un giallo acido ci penetra negli occhi e nelle narici, ci copriamo la bocca ma è difficile non tenerla spalancata perché nessun posto al mondo è come quello che stiamo osservando. Pozze, zampilli, stalattiti dai colori brillanti dipingono la terra sotto di noi. Facendo molta attenzione a non cadere dentro le pozze (perché molto acide) ci avventuriamo sempre più dentro questo scenario onirico.

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Deserto di sale

È ora di tornare indietro e cambia completamente il paesaggio. Dai colori accesi al bianco più totale del deserto di sale, interrotto solo da chiazze di acqua verde smeraldo dove è possibile immergersi per un bagno fugace. Qui vediamo con i nostri occhi anche l’estrazione del sale, un lavoro duro e molto faticoso: ore sotto al sole senza protezione e senza pausa. Il sale poi verrà portato in città dalle carovane di cammelli e chi le guida si riposa in letti improvvisati lungo le strade.

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Letti in cui si riposano i guidatori delle carovane
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Carovana lungo la strada

Abbandoniamo il bianco e andiamo sulla luna. Ci aspetta infatti da vedere l’ultimo paesaggio di questa regione. Una formazione di sale cristallizzato e divenuto roccia forma dei piccoli canyon.

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Rocce di sale

Stremate arriviamo a Macallè, meta più turistica di Wukro dove partono numerose escursione per la Dancalia. Tips: soggiornate a Parrot Guest House, semplice e accogliente e non distante dalla strada principale.

5° TAPPA|  MACALLÈ – LALIBELA

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Mercato Macallè

Dopo aver passato una mattinata al mercato locale di Macallè a comprare miele e stoffe ci mettiamo in macchina. Arriviamo a Lalibela dopo tante ore (quasi 10) ma questo ci ha permesso di scoprire ancora di più questo Paese. Si susseguono vari paesaggi: dal verde lussureggiante delle campagne dove attraversiamo piccoli villaggi, al marrone dei picchi scoscesi delle montagne, a città caotiche e piene di gente.

DOVE DORMIRE

SORALODGE: hotel in pietra panoramico e dotato di tutti i comfort. Cucina ottima.

DOVE MANGIARE

In realtà qui non abbiamo sperimentato nessun ristorante locale. La prima sera abbiamo cenato in albergo e la seconda, affidandoci all’istinto, ci siamo fermati nel primo baretto lungo la strada e mai scelta fu migliore. In un attimo siamo stati accolti da un’intera famiglia con cui abbiamo mangiato e ballato fino a tarda sera. Una degna conclusione per l’ultima notte in Africa.

COSA VEDERE

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Chiesa rupestre Lalibela

Le chiese rupestri della Lalibela sono l’attrazione più visitata dell’intero paese.

Lalibela infatti voleva essere una nuova Gerusalmme per evitare che i pellegrini affrontassero un viaggio lungo e faticoso.

Le chiese rupestri di questa zona, a differenza di quelle del Tigrai, sono scavate sotto la terra e alcune di esse si possono solo ammirare dall’alto. Non mancherete di imbattervi in riti e cerimonie; abbiate rispetto e ascoltate in silenzio senza disturbare.

Ci sono due gruppi principali di chiese, entrambi in città. Consigliamo di vederli in non meno di due giorni perché le escursioni possono essere molto faticose.

Il biglietto costa 50 euro per l’accesso a tutte le chiese. Molti vi fermeranno per chiedervi se avete bisogno di una guida, alcuni ragazzi lo fanno anche semplicemente per migliorare il proprio inglese. Se non volete nessuna guida basta un no, sono molto gentili e rispettosi.

SHOPPING

Qui troverete tantissimi negozietti di stoffe e souvenir, alcuni dei quali volti a finanziare ONG o centri per le comunità locali. Nella piazza del paese per esempio c’è un negozio che vende candele per finanziare la lotta contro l’aids.

Voliamo la mattina dopo nella capitale.

6° TAPPA|  LALIBELA – ADDIS ABEBA

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Zighinì

Addis ci accoglie con il suo caos dirompente.

Per via del ritardo del volo interno, abbiamo poche ore prima del nostro aereo che farà ritorno a Roma.

Facciamo giusto in tempo per l’ultimo shopping – consigliassimo Salem’s shop dove troverete artigianato di altissima qualità – e per una cena in vero stile etiope con tanto di spettacolo da Totot.

Si conclude così un’esperienza breve e intensissima. La prima volta in Africa non si scorda mai. E sicuramente non sarà l’ultima.

Info

L’Etiopia è diversa dall’immaginario comune dell’Africa e per molti versi è molto vicina al nostro tipo di cultura. Noi abbiamo visitato solo un minuscolo pezzettino di questo bellissimo paese ma tanto ci è bastato per amarlo.

Non ci siamo mai sentiti in pericolo ma è bene tenere gli occhi aperti specie nelle zone di confine o nelle grandi città come Addis.

Evitate ghiaccio, acqua e verdura cruda ma non rinunciate in alcun modo ai buonissimi succhi di frutta fresca che trovate lungo qualsiasi strada. Chiedete prima se sono però 100% succo.

Le pause caffè qui non sono fugaci, anzi sono un rito da assaporare con calma che non potete mancare.

In tutti i luoghi sacri, come chiese rupestri del Tigrai e della Lalibela, si entra senza scarpe.

Dallol non è un posto semplice. Affidatevi a guide esperte. Portate con voi protezione solare, occhiali da sole e indumenti coprenti ma leggeri.

Se volete dare una mano agli estrattori di sale, portate occhiali da sole da lasciare loro; li proteggeranno dai raggi del sole che si riflette sulla terra bianca e crea molti fastidi agli occhi.

Lo zighinì è uno dei piatti più comuni. È un pasto completo che è composto dall’enjera (pane etiope un pò spugnoso e a volte un pò acido ma buono) sulla quale viene messo un mix di carne speziata, verdure cotte, legumi e insalate.

Abbiamo organizzato tutto il nostro viaggio tramite le guide locali che ci hanno fornito direttamente gli alberghi dove soggiornavamo. Prenotate tutto in anticipo perché essendoci poche strutture ricettive non è facile trovare posto. Anche la macchina va riservata prima.

Buona avventura!

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